La costruzione di un'industria nel settore Food e Hospitality nel periodo dell'impero Anglo-Indiano che rivede oggi la luce, all'alba degli anni '20 del ventunesimo secolo.
Calcutta: il luogo in cui si sono incrociati i destini di un pioniere della Ristorazione e di un Impero secolare

Arrivato in India dall’Italia nel 1905 per lavorare in un hotel di Bombay, Angelo Firpo Senior si stabilisce in seguito a Calcutta, la Capitale considerata faro artistico e intellettuale dell’India, dove Firpo trova terreno fertile per ciò che sarebbe diventato nei decenni successivi una vera e propria industria nel settore banqueting e catering. Artefice di una straordinaria avventura iniziata con un Panificio e una Pasticceria, prima ancora di compiere 40 anni, Angelo Firpo arriverà a imporsi come principale ristoratore del paese, intrecciando il proprio destino con la storia dell’Impero Anglo-indiano e lasciando un segno luminoso nella narrazione di un paese ricco di fascino, magia e grande spiritualità.
L’apertura del Ristorante, della Pasticceria
e del Panificio a Calcutta


Il successo di Firpo’s è stato fondato su un’encomiabile inclinazione a lavorare sodo e a perseguire l’eccellenza. Questa nuova stella nel settore della ristorazione nata sotto il cielo d’Oriente si imponeva proprio nel momento in cui la precedente realtà di Peliti iniziava a svanire. Un disastroso incendio al Grand Hotel Shimla e lo spostamento della capitale da Calcutta a Delhi aveva messo in grossa difficoltà Peliti. Questo permise alla Firpo’s di assorbire il suo business.
Iniziò così a stabilire nuovi, elevatissimi, standard di catering in India diventando famoso a livello internazionale e intessendo strette relazioni personali con maestranze e personaggi politici di grande fama.
Calcutta: luogo di nascita dell’epopea Firpo’s


La città della Gioia
Calcutta negli anni ’60 era ancora una delle città più attive e prospere del terzo mondo, nonostante un declino iniziato qualche decennio prima. Città miraggio, meta di milioni di persone venute a cercare sostentamento per le proprie famiglie, Calcutta assicurava un reddito pro-capite tra i più alti dell’India, subito dopo Delhi e Bombay. Calcutta si vantava di essere la capitale artistica e intellettuale delle Indie.
Calcutta ha ospitato 2 Esposizioni Mondiali, nel 1884 e nel 1923. E con grande orgoglio, Angelo Firpo Senior era tra i garanti dell’esposizione del 1923. Faceva, inoltre, parte del Comitato del Cibo dell’Esposizione, occupandosi del catering per questa importante manifestazione di livello internazionale.
Chowringhee Road
Fama e fortuna hanno frequentato Chowringhee Road per quasi tre secoli. Una delle principali arterie di Calcutta, nel corso della sua storia, questa via ha portato con sé un’aura di prestigio e importanza. La moda e il colore sono da sempre le sue ancelle. Per innumerevoli indiani e per la maggior parte delle persone che hanno familiarità con l’India, il nome singolarmente unico Chowringhee si identifica immediatamente con Calcutta. A livello internazionale, rappresenta l’equazione più vicina in India a ciò che Piccadilly è a Londra, la Fifth Avenue a New York e gli Champs Elysées a Parigi.

“Quello che il Bengala pensa oggi, l’India lo pensa domani e il resto del mondo il giorno dopo”, disse Gopal Krishna Gokhale, storico leader del Movimento per l’indipendenza dell’India.
Il subcontinente indiano fu il possedimento che più di ogni altro rese l’Impero Britannico una superpotenza mondiale. In esso viveva oltre il 75% della popolazione totale dell’impero e fu il principale esportatore di materie prime.
Come documentato nel volume La Città della Gioia di Dominique Lapierre: “l’indomani della Grande Guerra, nel viale Chowringhee prosperava il più celebre ristorante a tre stelle di tutta l’Asia. Fino agli anni ’60, Firpo sarebbe stato il Maxim’s dell’Oriente, il tempio delle celebrazioni gastronomiche e mondane di Calcutta. […] ogni famiglia di riguardo aveva un tavolo riservato nella grande sala a forma di L dove il proprietario italiano accoglieva gli ospiti come sovrani orientali, oppure li metteva alla porta se non gli andava a genio la loro faccia.”

La A. Firpo Ltd. a Calcutta negli anni dal 1917 al 1977, diede lavoro a più di cinquecento persone, con un fatturato di un miliardo di lire dell’epoca.
Produceva, tra l’altro, il pane per tutto il Bengala, oltre che per la città di Calcutta, con una produzione che si attestava intorno alle 4000 pagnotte sfornate al giorno. Fu punto di riferimento nel settore gastronomico per l’intera India, paese vasto quanto l’Europa, che contava oltre 400 milioni di abitanti sotto l’Impero Anglo-Indiano.
Generosità, Filantropia e Ricerca del Sublime: un percorso all'insegna dell'eccellenza

Dal 1942 al 1946 circa, durante il periodo del conflitto Birmano, circa 150.000 soldati americani furono presenti in India e, in particolare, a Calcutta, divenuta strategica per il conflitto. Per mostrare alle truppe americane il modo più adeguato di vivere e comportarsi in India, fu predisposto per loro il cosiddetto “Calcutta Key“, un vero e proprio manuale di comportamento. Per 5 anni, a Calcutta era possibile vedere impianti Coca-cola e strutture per assicurare ai soldati brownies, gelati e intrattenimento cinematografico. Questo è il motivo principale per cui in India si diffuse una vera e propria passione per il cinema americano che ha contribuito a diffondere la cultura americana nel sub-continente indiano.
I militari per ben 5 anni si recavano presso il Ristorante Firpo’s a colazione e a pranzo, riportandone un ricordo straordinario con loro in USA su tutte le sensazioni vissute e le specialità assaporate.
Gli elevati standard raggiunti da Firpo's, sia nella ristorazione che nell'ospitalità e nell'intrattenimento, vennero mantenuti anche dopo l'indipendenza dell'India dall'Impero Britannico.
“Two Famous Catering Houses” è uno dei numerosissimi articoli dedicati all’attività di Firpo’s su The Annual of The East, che descrive le due strutture possedute da Angelo Firpo, Firpo’s e Peliti’s, come i ritrovi più magnetici di Calcutta. Degli angoli di paradiso per uomini d’affari e personalità di spicco, oasi di comfort con un servizio meticoloso. Nella parola “meticoloso” si trova il segreto della Firpo’s e del ristorante associato Peliti’s. Definite in uno di questi articoli come le due “Famous Catering Houses“, le due strutture erano senza ombra di dubbio le più grandi e ben organizzate realtà di Banqueting e Catering di tutto il paese. I cibi più selezionati, divinamente cucinati, erano qui serviti da uno staff che lavorava con dedizione in una delle cucine con l’equipaggiamento più moderno e igienico del paese. Qui, la squisita perfezione della cucina era uguagliata dalla precisione impeccabile del servizio.

Il possente ed esotico mondo dei Maharajah
Una ristretta confraternita di cui non esisteva equivalente al mondo. Una cerchia esclusiva composta da 565 Maharajah che regnavano su un terzo del territorio e un quarto della popolazione indiana. Questi numeri indicano chiaramente che le Indie sotto la dominazione Britannica erano due: l’India delle Province, il cui centro amministrativo era Nuova Delhi, e le Indie dei 565 principati governati dai Maharajah.
In seguito alla conquista dell’India da parte della Gran Bretagna, i sovrani che avevano accolto gli inglesi, o coloro che si erano dimostrati leali avversari, avevano ricevuto il privilegio di conservare il proprio trono a patto di riconoscere l’autorità Britannica. I principi indiani accettarono la sovranità del Re-imperatore rappresentato dal Viceré, che conduceva la politica estera e la difesa, mantenendo il controllo sugli affari interni.
Maharajah come quello del Kashmir regnavano su stati vasti quanto una nazione europea; altri non superavano le dimensioni di una città media.
Molti di questi sovrani garantivano ai loro sudditi condizioni di vita migliori di quelle offerte dall’amministrazione inglese. E si dedicavano al miglioramento dello stile di vita dei propri sudditi grazie alla realizzazione di scuole, strade, ospedali, università, ferrovie, acquedotti, banche e biblioteche.
I maharajah indiani costituivano un’aristocrazia talmente fuori dal comune da essere considerati da personaggi come Rudyard Kipling uomini “creati dalla Provvidenza per fornire al mondo scenari pittoreschi, storie di caccia alla tigre e spettacoli grandiosi.”
Dei 565 Maharajah, 120 erano i più importanti, ed erano riuniti nella Camera dei Principi, istituita nel 1920 con proclama del Re Giorgio V del 23 dicembre 1919.
I Maharajah hanno alimentato magiche leggende che li vede quasi sempre volare sullo sfondo di un esotico Oriente a cavallo di fatati tappeti volanti. I racconti dei loro vizi e delle loro virtù, delle stravaganze e della generosità, hanno arricchito l’immaginario collettivo sull’India e fatto sognare a occhi aperti intere generazioni.
Pietre preziose, prodigiosi tesori, diamanti, arazzi interamente tessuti di perle con motivi incastonati di rubini e smeraldi, tappeti realizzati completamente in avorio, le gemme più grandi esistenti al mondo che risplendevano dall’alto dei loro turbanti: tutto un mondo luccicante simbolo di benessere e ricchezza che dava adito all’immaginazione più sfrenata e a leggendarie opere di letteratura.
Grandi viaggiatori, amanti del bello, del lusso e di tutto ciò che potesse accrescere il loro potere, i Maharajah si sono serviti dei possenti elefanti come mezzo di trasporto privilegiato per secoli, prima dell’avvento delle automobili. Simboli dell’ordine cosmico, gli elefanti erano considerati i pilastri dell’universo. Branchi impressionanti di pachidermi ornati di fiori, ghirlande, gioielli, frontali d’oro e preziosi baldacchini attraversavano le strade indiane a testimonianza dell’opulenza di alcuni dei principi più benestanti.
Con l’arrivo delle automobili, intorno al 1892, gli elefanti vennero progressivamente rimpiazzati da questi nuovi simboli di potere e ricchezza. La Rolls-Royce, in particolare, la regina delle automobili, era la vettura privilegiata di grand parte dei principi indiani. Alcuni di loro arrivarono a collezionarne decine e decine.
I Palazzi dei grandi principi indiani rivaleggiavano per lusso e grandezza con monumenti grandiosi come il Taj Mahal. Il Palazzo di Mysore era forse il più grande al mondo, con ben 600 locali. Decorazioni prodigiose e opulente ornavano gran parte di questi palazzi, come le 953 finestre in marmo traforato del Palazzo dei venti della Città Rosa a Jaipur. O come le mura di candido marmo del Palazzo di Udaipur che sorgevano dalle acque di un luminoso lago.
Il maharajah di Kapurthala aveva poi deciso di portare i fasti del Re Sole presso la sua dimora, facendo realizzare una replica in scala ridotta dell’antica residenza dei sovrani francesi da architetti e decoratori fatti venire direttamente dalla Francia, e dichiarando il francese la lingua ufficiale del Palazzo.
Dopo l’Indipendenza Indiana mantennero titolo e prestigio, conservando grande rilevanza in veste di ambasciatori, personalità della politica, della cultura, degli affari e dello sport.
Si tratta di vere e proprie personalità uniche nella storia che non hanno equivalente nella cultura e nella tradizione di nessun altro paese.





